Discorso all'America
(14 gennaio 1932)


      Articolo pubblicato sul a Popolo d'Italia» il 14 gennaio 1932.

      La catena delle riparazioni ha i seguenti anelli: la Germania, deve, a tutti, secondo le percentuali di Spa; l'Italia e la Francia, devono all'Inghilterra. L'Italia, la Francia, l'Inghilterra devono agli Stati Uniti. Trascuriamo i minori Stati e l'altro settore degli Stati ex nemici, che non hanno pagato, né pagheranno, perché sono semplicemente per terra. Non v'è dunque che un solo Stato che non deve niente a nessuno ed è creditore di tutti: gli Stati Uniti d'America. Questa situazione non complica, ma semplifica il problema. Che si dovesse — prima o poi — arrivare alla cancellazione delle riparazioni tedesche, era ormai nella coscienza universale. Si faceva da taluni soltanto una questione di procedura: «prima di cancellare le riparazioni tedesche, occorre — si diceva — che Inghilterra e Stati Uniti rinuncino ai loro crediti; oppure prima si cancellino le riparazioni e poi Stati Uniti e Inghilterra abboneranno i loro crediti». Tutto ciò è finito. La questione del prima o del poi non esiste più. Il Governo tedesco ha fatto sapere ufficialmente al mondo, per mezzo dei suoi ambasciatori, che la Germania non può pagare, oggi, né domani, né mai. C'è il fatto nuovo. Più che nuovo, c'è il fatto compiuto. Come tale irrevocabile, poiché non può supporsi che la Germania non abbia preventivato tutte le conseguenze del suo atto.
      L'Inghilterra, a mezzo del suo Primo Ministro, fa sapere a sua volta che non è aliena dall'accogliere soluzioni radicali. La Francia trova nell'atteggiamento non ancora definito degli Stati Uniti un motivo di intransigenza. La chiave di volta della situazione è, dunque, nelle mani degli Stati Uniti. Che fare? Prendere delle misure di «forza» per costringere la Germania a pagare? E quali misure? Con quale risultato? Il tempo delle occupazioni tipo Rhur è passato. E ammessa, per dannata ipotesi, una operazione del genere, alla quale l'Italia si rifiuterebbe di partecipare in qualsiasi guisa, che cosa accadrebbe di Locarno e più ancora quale sarebbe il destino della Società delle Nazioni?

(segue...)