(segue) Il Duca d'Aosta
(13 novembre, 3 dicembre 1931)
[Inizio scritto]

      La dedizione alla Patria sta, come sempre, dominante nel suo spirito: la Patria di ieri, ancora mutilata, quella di oggi che, attraverso sacrifici immensi, ha conquistato taluni dei suoi diritti, la Patria di domani, che arriverà alle mete non ancora raggiunte.
      Per queste mete balenanti al suo animo il Principe saluta prima di entrare nel regno delle ombre aspettanti, i soldati che fecero la gloria della Terza Armata, e quindi la gloria di tutte le genti d'Italia. Nell'atmosfera creata dalla Rivoluzione fascista, alla quale il Duca d'Aosta fu apportatore di palese e profonda simpatia, la parola Gloria ha ripreso il suo valore sublime.
      Bisogna assicurare il pane quotidiano al Popolo, e noi ci affatichiamo per questo fino ai limiti dell'impossibile, e non per basso calcolo, ma per impulso e dovere umano, italiano, fascista; ma, al di là dei bisogni più o meno definiti degli individui, il Popolo non rimane vivo nella Storia del mondo se, di quando in quando, non vede spuntare ai suoi orizzonti le luminose giornate della Gloria.
      Il Duca d'Aosta fu uno dei massimi Artefici di questa Gloria purissima, perché fiorita nel sangue, incorruttibile nel tempo, perché vegliata dai vivi e dai morti.


      Il 3 dicembre il Duce ha evocato la nobile figura del Principe Sabaudo davanti al Senato, con il seguente discorso:

      Signori Senatori!
      Le alte, commosse parole pronunziate dal Presidente della Vostra Assemblea hanno rievocato innanzi a noi la figura indimenticabile dell'Augusto Principe Sabaudo, di Colui che gli italiani combattenti conobbero, ammirarono ed amarono soprattutto quale comandante della Terza Armata.
      Il Governo si associa al ricordo ed alla esaltazione del grande Condottiero che fece tutta la guerra, nel senso che a questo terribile verbo davano i soldati di fronte al nemico. Il nome di Emanuele Filiberto rimane indissolubilmente legato alla nostra recente epopea nazionale, alla guerra combattuta per la prima volta dopo lunghi secoli di divisione e di servaggio da tutto il Popolo italiano finalmente uno dalle Alpi alle Isole, dalle nostre montagne che diedero gli alpini eroici del Monte Nero, dell'Ortigara, del Pasubio e dell'Adamello, alle Isole che rivelarono le mirabili fanterie di tutte le battaglie.

(segue...)