(segue) Tommaso Tittoni
(16 marzo 1931)
[Inizio scritto]

      Queste furono le ultime tappe del suo cammino, le ultime giornate della sua fatica, le ultime manifestazioni del suo ingegno, della sua attività, del suo profondo amor di Patria, del coraggio civile che in altri tempi lo aveva portato a combattere uomini e partiti di masse trionfanti.
      Oltre l'uomo pubblico, mi è caro ricordar l'uomo privato, così come mi apparve negli anni durante i quali ebbi ragione di dimestichezza con Lui. Egli era un signore nel significato complesso di questa parola. Intelletto dotato di vasta cultura, spirito fine, curioso, portato ad interessarsi di molti problemi apparentemente tra loro lontani, come la politica e la letteratura, l'agricoltura della zona laziale e la purezza dell'idioma patrio, i problemi della finanza e quelli attualissimi della radio.
      Questa sensibilità, questa ansia di ricerche, privilegio dell'uomo veramente colto e non semplicemente erudito, non lo abbandonò mai nemmeno negli ultimi mesi della sua vita.
      L'Accademia d'Italia fu praticamente organizzata da Lui e non fu la più facile delle imprese. Per lunghi servigi resi in ogni campo alla Patria, Tommaso Tittoni è degno di essere ricordato ed onorato dal Senato e dal Popolo italiano.