Il giornalismo come missione
(10 ottobre 1928)


      Il 10 ottobre 1928 si radunarono a Palazzo Chigi i Direttori di settanta quotidiani del Regime. Ad essi il Duce rivolse questo discorso che ha un valore fondamentale: 1° perché costituisce una replica precisa e definitiva all'accusa demagogica rivolta al Fascismo dai fautori di una sedicente «libertà di stampa» che si riduce, nei paesi democratici, ad un ignobile asservimento a gruppi ed interessi particolari 2° perché determina la funzione e la missione del giornalismo fascista; 3° perché regola e colpisce, in modo esplicito e inequivocabile, gli errori di vanità e di superficialità da cui il giornalismo fascista si va sempre più liberando. Per la missione del giornalismo, e per lo stesso tono spirituale e intellettuale della vita nazionale questo discorso dev'essere riletto spesso e meditato.

      Camerati! Signori!
      Questa importante riunione dei giornalisti del Regime avviene soltanto alla fine dell'anno VI. Voi vi rendete conto che non poteva avvenire prima, perché solo dal gennaio 1925, e più specialmente in questi ultimi due anni, è stato affrontato e risolto quasi completamente il problema della stampa fascista. In un regime totalitario, come dev'essere necessariamente un regime sorto da una rivoluzione trionfante, la stampa è un elemento di questo Regime, una forza al servizio di questo Regime; in un Regime unitario, la stampa non può essere estranea a questa unità. Ecco perché tutta la stampa italiana è fascista e deve sentirsi fiera di militare compatta sotto le insegne del Littorio.
      Partendo da questo incontrovertibile dato di fatto si ha immediatamente una bussola di orientamento per quanto concerne l'attività pratica del giornalismo fascista. Ciò che è nocivo si evita e ciò che è utile al Regime si fa. Ne consegue che, sopra tutto e potrebbe dirsi esclusivamente in Italia, a differenza di altri Paesi, il giornalismo, più che professione o mestiere, diventa missione di una importanza grande e delicata, poiché nell'età contemporanea, dopo la scuola che istruisce le generazioni che montano, è il giornalismo che circola tra le masse e vi svolge la sua opera d'informazione e di formazione.

(segue...)