I problemi dell'agricoltura
(6 novembre 1927)


      A Roma, il 6 novembre 1927, nella sede dell'Istituto Internazionale di Agricoltura, S. E. il Capo del Governo inaugurò i lavori del Consiglio internazionale scientifico agrario e della «Commissione internazionale permanente delle associazioni agricole». In tale occasione pronunciò il seguente discorso, che costituisce un quadro dei massimi problemi agricoli.

      Signori!
      Consentite prima di tutto che vi ringrazi di avere accolto con unanimità operosa l'idea di questo duplice importante convegno. Consentite che ringrazi anche l'Istituto Internazionale di Agricoltura e il suo Presidente, la cui attività instancabile ci è ben nota. Resta all'Istituto il merito di aver dato effetto a quella idea. Di aver cioè ordinato, animato tante forze e di averne foggiato questi due strumenti che potranno diventare e — ne ho fede — diventeranno due robuste leve della politica agraria internazionale. Da quali concetti mosse il Governo italiano nel consigliare l'Istituto ad effettuare la non facile impresa? Ecco quello che credo utile spiegarvi per concorrere in maniera degna a celebrare la vostra radunanza odierna.
      L'Istituto Internazionale di Agricoltura non è e non può essere un elaboratore di scienza, né un semplice segnalatore o, come dire, un megafono dell'altrui scienza, né un perfezionatore di procedimenti tecnici. Esso ha una sua propria individualità distinta da quella dei membri che lo formano, ha funzioni sue proprie.
      Sento di poter affermare che l'Istituto è un organo di politica economica internazionale applicata alla agricoltura. Se gli Stati che lo compongono hanno voluto farne una istituzione ufficiale è manifesto che essi hanno avuto di mira non il comodo degli studiosi, né quello dei Ministeri; non soltanto la registrazione e lo studio della fenomenica spettante alla agricoltura, né soltanto la stampa di alcune pubblicazioni. Cose tutte egregie, ma mezzi e non fini. Essi hanno avuto in mira un fine che assomma nella sua portata pratica tutti gli altri di qualsiasi natura: il fine di proteggere nell'ambito internazionale interessi comuni agli agricoltori, di migliorare le condizioni della grande famiglia rurale. Di qui, le funzioni altissime che l'Istituto compie di tutela degli interessi generali dell'agricoltura anche sotto le più modeste forme di raccolta e segnalazione di dati tecnici ed economici.

(segue...)