Al popolo di Reggio Emilia
(30 ottobre 1926)


      Il 30 ottobre 1926, nel fervore dei giorni che intercedono fra l'anniversario della Marcia su Roma e quello della Vittoria, il Duce si recò a Reggio Emilia e poi a Bologna. In quella giornata, Egli inaugurò la ferrovia Reggio-Po, la bonifica Bentivoglio e la bonifica Parmigiana-Moglia. Giunto nel pomeriggio a Reggio Emilia, rivolse al popolo acclamante, nella Piazza del Politeama Ariosto, il seguente discorso.

      Camicie Nere!
      Sono venuto nella vostra città per diversi motivi: prima di tutto volevo ripassare per quei luoghi dove ho trascorso qualche tempo della mia giovinezza; in secondo luogo volevo dare un attestato di simpatia al Fascismo della vostra città e della vostra provincia. Fascismo quadrato, solido, fedele. Infine mi piaceva di cominciare il quinto anno del Regime fascista con l'inaugurazione di opere che onorano il Regime.
      Il Regime fascista non si raccomanda alla storia attraverso ordini del giorno più o meno elaborati e discorsi più o meno eloquenti. Il Regime fascista passa e passerà alla storia attraverso alle sue opere concrete, attraverso alle trasformazioni effettive, fisiche, profonde del volto della Patria.
      Abbiamo stamane inaugurato una ferrovia che fu voluta da me e che i vostri costruttori hanno compiuta, così come si deve fare in Regime fascista, nel termine rigorosamente prescritto. Poi ho veduto le terre redente dalla palude: anche questa è un'opera di un'immensa portata e mi è piaciuto di trovare in quelle terre uomini della vecchia nobiltà che sanno però rinverdire il blasone avito attraverso alle pratiche ed attive fatiche dei campi. Così va fatto, o camerati, perché non è più permesso a nessuno di vivere su quello che fu fatto da altri prima di noi.

(segue...)