Per la cooperazione italiana
(1 agosto 1926)


      Nello stesso giorno, 1° agosto 1926, i rappresentanti della cooperatone italiana, furono ricevuti da S. E. il Capo del Governo. L'on. Dino Alfieri, facendo la presentazione, aggiunse una esposizione di dati concernenti il problema cooperativo. Il Duce gli rispose con le seguenti parole:

      Cooperatori!
      Mi dichiaro molto lieto della relazione, la quale dimostra che quando la cooperazione ha alla testa dei capi onesti ed intelligenti ed ha nelle proprie file dei gregari coscienti e disciplinati, ha in sé le condizioni di vita e di sviluppo.
      Ciò viene dimostrato dalle vecchie istituzioni fra cui cito il consorzio combattenti di Genova. Le cifre espostemi dimostrano l'importanza della cooperazione di consumo, l'azione della quale ha un grande valore in questo periodo di accentuato caro vita.
      Tanto più che è preferibile ad un aumento illusorio dei salari una diminuzione effettiva del costo della vita.
      L'aumento dei salari crea un circolo vizioso da cui deriva l'aumento del caro vita.
      Occorre affrontare il problema per via indiretta cioè aumentare la quantità dei beni a disposizione della collettività, a togliere di mezzo gli intermediari mettendo in rapporto diretto i produttori con i consumatori. Attuando questo si ottiene una flessione dei prezzi con il vantaggio reale per i consumatori.
      Dichiaro, come Capo del Governo e del Fascismo, che una cooperazione così intesa, non solo ha diritto di esistere nello Stato corporativo, ma può adempiere una utilissima funzione.
      La cooperazione di consumo in particolare può rendere efficaci servizi in questo periodo storico ed è per questo che io ed il mio Governo intendiamo di aiutarla, ed assisterla, affinché possa raggiungere i suoi alti scopi.

(segue...)