(segue) Difesa dell'Alto Adige
(6 febbraio 1926)
[Inizio scritto]

      Ed è appunto dopo gli accordi di Locarno e dopo il trattato di commercio, che in Germania, d'improvviso, come rispondendo ad una parola d'ordine, si è scatenata una campagna antitaliana, nefanda e ridicola; nefanda perché parte da un complesso di sapute e risapute menzogne, ridicola perché si illudeva di impressionare questa giovane e orgogliosa Italia fascista che non s'impressiona di nessuno. Si è mentito quando si è parlato di una rimozione del monumento a Walter che sorge in una delle piazze di Bolzano. Noi siamo rispettosi della poesia, anche quando è mediocre, ma non possiamo accettare l'antitesi Walter-Dante perché equivarrebbe a stabilire una possibilità di comparazione tra il Pincio e l'Himalaya. Noi lasceremo intatta la statua di questo troviero germanico, ma molto probabilmente in una piazza di Bolzano, per sottoscrizione del popolo italiano, sulle stesse fondamenta sulle quali doveva sorgere la vittoria tedesca, erigeremo un monumento a Cesare Battisti ed ai martiri che con il loro sangue e col loro sacrificio hanno scritto per l'Alto Adige la parola definitiva della nostra storia.
      Poi si è inventato un incendio di un monumento dedicato all'imperatrice Elisabetta a Bressanone. Poi si è lungamente parlato di concentramenti e di spedizioni fasciste. Quindi nei giornali tedeschi sono apparsi orripilanti racconti di violenze consumate su turisti tedeschi e delle quali io non ho avuto che due segnalazioni in ritardo di quattro mesi. Poi si è parlato di scuse che il Governo italiano avrebbe indirizzato all'Ambasciata tedesca a Roma per le dimostrazioni studentesche e anche questa è una stolta menzogna. Ma tutto ciò se bastava a determinare quella che i tedeschi chiamano «stimmung», la intonazione, non arriva ancora a sollecitare la «gemutlichkeit» cioè certo sentimentalismo mezzo materialista e molto lacrimoso e allora si è inventata la proibizione che il tiranno Mussolini avrebbe fatto a danno dei tedeschi dell'Alto Adige, che non avrebbero potuto elevare per il Santo Natale gli alberelli tradizionali. Anche questa era una stolta e ridicola menzogna e tale proibizione non era nemmeno passata per le famose controcasse dell'anticamera del mio cervello.

(segue...)