(segue) Per il terzo anniversario della Marcia su Roma
(28 ottobre 1925)
[Inizio scritto]

      Ed ora vi presento il vostro eroico comandante: S. E. il principe Maurizio Gonzaga. Salutatelo. Voi certamente lo ubbidirete perché l'ubbidienza e la disciplina debbono essere le qualità fondamentali delle Camicie nere.
      Legionari, a chi l'Italia?
      A chi il vostro comandante?
      («A noi!», gridano le Camicie nere).


      Nello stesso giorno, 28 ottobre, ebbe luogo un'altra celebrazione solenne al Teatro della Scala in Milano. Parlò prima il Sindaco di Milano Sen. Mangiagalli, presentando a S. E. il Capo del Governo la Medaglia dei benemeriti del Comune; quindi il Duce pronunziò il seguente discorso:

      Illustre senatore! Milanesi!
      Sono molto commosso per l'onore che mi tributate in questo momento, sono toccato dalle parole con le quali voi, illustre senatore, avete accompagnato il dono, e vi ringrazio di avere avuto l'amabilità di ricordare le mie scarse benemerenze per la vostra città, perché io già le avevo dimenticate. E le avevo dimenticate perché più che a ricordare il passato sono intento a preparare l'avvenire.
      Per quello che concerne questa grande e potente città io ho affrettata la soluzione di talune questioni che, con un elegante luogo comune, si dicono annose appunto perché passano da un anno all'altro, e passavano da un anno all'altro, senza mai giungere ad una conclusione. Ed ho l'immodestia di dire che quello che ho fatto per Milano, l'ho fatto, lo abbiamo fatto, per tutta l'Italia.
      Se guardo indietro a questi tre anni di dura fatica e di pesante responsabilità, io ho la coscienza tranquilla perché sento di aver fornito una mole imponente di opere alla Nazione. Non voglio dire che tutto quello che è stato fatto sia perfetto. Ma come potrebbe esserlo? Pensate che in tre anni abbiamo preso non meno di tremila misure di ordine amministrativo, politico legislativo. Voi intendete anche che se avessimo dovuto sottoporre ognuno di questi provvedimenti alla discussione ed all'approvazione di un'assemblea parlamentare composta di 535 rispettabili persone, ci troveremmo oggi a non aver concluso nulla.

(segue...)