Ai combattimenti della Battaglia del Grano
(11 ottobre 1925)


      L'undici ottobre 1925 il Governo indisse un'imponente adunata di agricoltori al Teatro Costami in Roma per la battaglia del grano, per la premiatane degli agricoltori che si erano distinti nell'anno precedente. In tale occasione il Duce pronunciò le seguenti parole:

      Camerati! Agricoltori! Signori!
      Se voi rappresentate i quadri dell'esercito impegnato nella battaglia e se io sono il vostro capitano, la conclusione è la seguente: che non dovrei pronunciare discorso alcuno, perché per il militare il miglior discorso consiste nel più rigoroso silenzio.
      Mi limiterò quindi a poche dichiarazioni. Quella che io ho chiamato «battaglia del grano» è in pieno svolgimento e le operazioni procedono ottimamente. È commovente il consenso suscitato da questa battaglia in tutte le classi della popolazione: enti pubblici, enti privati, industriali, operai, maestri, sacerdoti, studiosi, tanto in Italia come all'estero, mi hanno dato in questi mesi prove di un interessamento veramente significativo. Vi sono stati dei proprietari che mi hanno offerto le loro terre gratuitamente perché le facessi convertire in campi sperimentali. Affermo che non vi è casolare dove l'eco di questa battaglia non sia già arrivata.
      La battaglia è semplice perché l'obbiettivo è preciso. Non si tratta che di aumentare il rendimento medio per ettaro. Ed io, tanto per cominciare, mi contento di poco; mi basterebbe che il rendimento medio per ettaro aumentasse da uno a due quintali.
      Ho letto con molto interesse tutte le risposte date dai direttori delle Cattedre ambulanti di agricoltura i quali rispondevano alla mia precisa domanda: «È possibile nella vostra giurisdizione aumentare il rendimento agricolo?». La risposta è stata unanime; dal monte al piano, dalle regioni impervie alle zone fertili: dovunque è possibile aumentare il rendimento medio per ettaro del grano. Allora, se questo è possibile, questo deve essere fatto!

(segue...)