Per la riforma dell'esercito
(2 aprile 1925)


      S. E. il Generale Di Giorgio, Ministro della Guerra aveva presentato al Senato del Regno un disegno di legge su la riforma dell'Esercito che suscitò vivaci critiche d'indole tecnica anche nella maggioranza. Dopo le parole di S. E. Di Giorgio, che difese vivacemente la sua riforma, - nella tornata del 2 aprile 1925 - S. E. il Capo del Governo pronunciò il seguente discorso:

      Onorevoli Senatori!
      La discussione che si è svolta in questi giorni mi è apparsa veramente degna della delicata questione che stava sul tappeto e anche delle grandi tradizioni di questa Alta Assemblea.
      La ragione del mio intervento è questa: dopo 3 anni di governo io voglio cogliere l'occasione per porre dinanzi al Senato e dinanzi al popolo italiano, i problemi dei nostri ordinamenti militari, anzi il problema globale della difesa militare della Nazione. Sono sicuro che, dato l'argomento, non mi verrà a mancare la vostra benevola attenzione e io vi prometto che non ne abuserò più del tempo strettamente necessario. Partirò da molto lontano, ma vedrete che arriverò assai vicino e toccherò l'argomento in pieno e a fondo.
      Questione pregiudiziale: credete voi, on. Senatori, che la guerra che devastò e insanguinò l'Europa dal 1° agosto 1914 all'11 novembre 1918, sia stata veramente come si diceva l'ultima guerra?
      La intensa attenzione con la quale tutti voi avete seguito la discussione di questi giorni, mi dimostra che voi non condividete questo candido, rispettabile, ma pericoloso ottimismo. Tutte le guerre si spiegano storicamente, ma il fatto guerra, il fatto guerra che segue le società umane da Caino ad oggi non è stato ancora spiegato; forse appartiene, come altri fenomeni, all'imperscrutabile. Sia essa, la guerra, la generatrice di tutte le cose, come diceva Eraclito, sia essa di origine divina, come 25 secoli dopo diceva Proudhon; sia essa, come diceva Renan, l'elemento da cui l'umanità trae le radici del suo progresso, fatto è che oggi si può dire che anche la guerra che abbiamo vissuto e che io ho l'orgoglio di aver fatto come umile fante, non è stata l'ultima. Tanto è vero che dopo abbiamo avuto in Europa — e trascuro le guerricciole minori — la guerra tra la Russia e la Polonia; più tardi la guerra tra Grecia e Turchia.

(segue...)