(segue) Al popolo dell'Aquila
(12 ottobre 1924)
[Inizio scritto]

      Sì, viva Graziani!
      Per quanto martellati da calunnie, non vogliamo emettere propositi di estremismo: non è necessario. Siamo forti; il popolo, quello che lavora, è con noi: sono contro di noi gli esclusi, i vendicativi, quelli che, come certi dannati danteschi, hanno la faccia rivolta verso il passato. Dopo due anni, malgrado tante vicende, e liete e tristi, siamo ancora sulla breccia; ben decisi a compiere fino all'ultimo il nostro dovere.
      Salutiamo in quest'ora tutti i fattori e tutte le istituzioni che sono la base sacra ed intangibile della Patria. Salutiamo il Re. Salutiamo l'Esercito di Vittorio Veneto, i rappresentanti della Chiesa, dei Comuni, degli ordini professionali, delle Corporazioni. Salutiamo la Milizia che presterà tra poco giuramento inquadrata, la Milizia che ha reso e potrà rendere grandi servigi alla Nazione.
      Alzate i vostri gagliardetti, le vostre bandiere ed elevate il vostro spirito nella visione della più grande, della più bella, della più forte Italia di domani.