Al popolo di Lodi
(4 ottobre 1924)


      Ai primi di ottobre il Duce passò qualche giorno a Milano; e andò a Lodi il 4 ottobre 1924, per inaugurare il viale della Rimembranza. Il Sindaco della Città, a nome di tutti i Sindaci del circondario gli portò un saluto, a cui Egli rispose nel modo seguente:

      Signori Sindaci!
      Ho ascoltato il discorso del Sindaco di Lodi. In esso ho visto tutto quello che su una scala più grande costituisce lo sforzo della volontà nazionale. Vi ringrazio dell'omaggio che voi mi fate, che è di assoluta spontaneità e che in quest'ora è particolarmente significativo. È un omaggio consensuale; voi mi manifestate, col fatto solo della vostra presenza, la vostra solidarietà; non già a me, uomo, che sarebbe poco dal punto di vista politico, ma a me, Capo del Governo. Il Sindaco del vostro capoluogo ha giustamente affermato che la sorte delle amministrazioni comunali mi interessa enormemente perché per me gli ottomila Comuni d'Italia sono i gangli della vita amministrativa politica del paese. Noi abbiamo tre strumenti formidabili nelle mani: abbiamo il Governo, abbiamo i comuni ed abbiamo i sindacati, a prescindere dall'organizzazione del partito e da quella che è la potente nostra organizzazione delle forze militari. Se noi impieghiamo bene questi tre strumenti, cioè governiamo bene la Nazione, amministriamo bene i comuni e, attraverso il sindacalismo, eleviamo le condizioni delle masse che lavorano, noi avremo posto le basi infrangibili del nostro avvenire.
      Molto si è fatto in questo campo. Affermo che un giorno farò l'elogio delle amministrazioni fasciste in Italia. Gli avversari affermano che le amministrazioni fasciste hanno funzionato poco e male; è falso. Su cinquemila comuni, tenuti dal Fascismo e presi in singolare disordine, almeno quattromilacinquecento funzionano egregiamente, sia dal punto di vista della moralità pubblica che da quello della amministrazione e del consenso cittadino.

(segue...)