Prime basi dello stato corporativo
(20 dicembre 1923)


      Il 20 dicembre 1923 ebbe luogo a Palazzo Chigi uno storico convegno, presieduto dal Duce, fra i rappresentanti delle Corporazioni fasciste e quelli della Confederazione dell'Industria, per stabilire quei rapporti fra datori di lavoro e prestatori d'opera da cui doveva sorgere la nuova prassi dell'odierno corporativismo fascista. In tale occasione il Duce pronunziò il seguente discorso — fondamentale per i punti di partenza e le premesse dell'attività odierna, espressa di recente dai discorsi del 14 novembre 1933 e del 13 gennaio 1934. In esso il Duce presentava un ordine del giorno che fu poi discusso e approvato.

      Se in questi ultimi tempi non si fosse fatto un uso eccessivo di parole solenni, si potrebbe forse dire che questa riunione ha un'importanza non dirò storica, ma certamente tale da trascendere il semplice fatto di cronaca politico sociale. Non so se ci sian precedenti del genere, se nella nostra storia della Nazione ci sia stata una riunione come quella che avviene oggi in questa sala: la riunione, cioè, di tutte le forze produttive della Nazione, presieduta dal Capo del Governo. Essa è certamente importante, ma a mio avviso è più importante l'ordine del giorno nel quale si riassume quella che si potrebbe chiamare la dottrina economica del Fascismo. Non vi è dubbio che la situazione psicologica delle classi lavoratrici di oggi è mutata. È certo che sulla psicologia delle masse ha influito l'esperimento russo e l'azione fierissima del Fascismo. L'errore del marxismo è quello di credere che vi siano due classi soltanto. Errore maggiore di credere che queste due classi siano in perenne contrasto fra di loro. Il contrasto vi può essere, ma è di un momento e non è sistematico. L'antitesi sistematica sulla quale hanno giuocato tutte le teorie socialistiche non è un dato della realtà. La collaborazione è in atto; si è visto che c'è un limite per il capitale e un limite per il lavoro. Il capitale, pena il suicidio, non può incidere oltre una certa cifra sul dato lavoro e questo non può andare oltre un certo segno nei confronti del capitale.

(segue...)