(segue) Al popolo di Sassari
(11 giugno 1923)
[Inizio scritto]

      Vi saluto, o magnifici figli di quest'Isola solida, ferrigna e dimenticata. Vi abbraccio spiritualmente tutti quanti. Non è qui il Capo del Governo che vi parla: è il fratello, il commilitone, il trincerista. Gridate dunque con me: «Viva il Re! Viva l'Italia! Viva la Sardegna!».