(segue) Replica ai Senatori
(27 novembre 1922)
[Inizio scritto]

      Cosa farete mi si domanda dell'organizzazione militare del fascismo? Questa organizzazione militare ha dato a Roma uno spettacolo meraviglioso. Vi erano esattamente 52.000 camicie nere che hanno lasciato Roma nel termine da me prescritto di 24 ore. Obbediscono; oserei dire che hanno il misticismo dell'obbedienza. Non intendo di dissolvere e di vaporizzare queste forze vive non solo ai fini del Fascismo ma ai fini della Nazione.
      Quello che io imporrò al Fascismo sarà la fine di tutte quelle azioni che non hanno più ragione di essere la fine di tutte le piccole violenze individuali e collettive che mortificano un po' tutti che sono spesso il risultato di situazioni locali che malamente si potrebbero inquadrare nelle grandi linee dei grandi partiti e sono sicuro che quello che si potrebbe chiamare illegalismo fascista che oggi è in grandissima confortante diminuzione finirà completamente. Qui è una delle condizioni di quella pacificazione cui alludeva il mio amico sen. Bellini. Ma bisogna perché questa pacificazione avvenga che anche dall'altra parte si rinunci agli agguati ed alle imboscate.
      Io ringrazio il Senato di non aver molto insistito sulla politica estera. Io sono particolarmente lieto che il Fascismo tutto abbia accettato con entusiasmo il mio fermo proposito quello che riguarda l'applicazione dei trattati perché se io non ammetto l'illegalismo nella politica interna meno ancora lo ammetterò nella politica estera; ciò sia ben chiaro per tutti dentro e fuori di quest'aula.
      La politica estera sarà fatta da un solo Stato quello che ho l'onore di rappresentare e di dirigere io perché non ci può essere diffusione e dilatazione di responsabilità all'infinito e la politica estera è cosa troppo gelosa troppo delicata e formidabile perché possa essere gettata in pascolo a tutti quelli che non hanno niente di meglio da fare.

(segue...)