Replica ai deputati
(17 novembre 1922)


      Nella tornata del giorno seguente 17 novembre alla Camera dei Deputati il Duce replicò con il seguente discorso agli oratori che avevano parlato su le dichiarazioni del Governo:

      Esaminerò con la massima attenzione gli ordini del giorno riguardanti problemi concreti. Data l'ora non posso prendere impegni precisi. Respingo gli ordini del giorno d'ordine politico.
      Non faccio alcun discorso. Mi limito a dichiarare all'on. D'Aragona che il mio atteggiamento verso la Confederazione del lavoro è chiaramente definito nella mia linea di condotta nei confronti dei diversi partiti. L'onorevole D'Aragona sa e ricorda che io ho sempre sostenuto la necessità per la Confederazione del lavoro di affrancarsi dalla tutela politica dei diversi partiti che hanno sempre cercato di trarla per vie traverse.
      L'on. D'Aragona stia tranquillo. Lui viene dal proletariato; io vengo dal proletariato. L'on. D'Aragona ha conosciuto la dura vita degli emigranti italiani all'estero il sottoscritto l'ha vissuta. Noi riteniamo che non ci possa essere grandezza materiale e morale di nazione dove le masse operaie sono incivili riottose in continua lite tra loro.
      Del resto il fatto che uno dei leaders della Confederazione del lavoro non era assolutamente alieno dal partecipare al mio Governo mostra che non ci sono pregiudiziali assolute da nessuna parte. E io vorrei ricordare a quei settori che se gli avvenimenti si sono svolti come si sono svolti la colpa è in grande parte loro. Sedici mesi fa lanciai in quest'aula un'idea che poteva parere paradossale ma alla quale però se voi foste stati previdenti dovevate afferrarvi come il naufrago alla tavola della salvezza. Non l'avete fatto. Gli avvenimenti vi hanno dato torto.

(segue...)