Discorso all'augusteo
(7 novembre 1921)


      Il 7 novembre 1921 s'inaugurò all'Augusteo il Congresso Fascista di Roma che segna una pietra miliare nella storia del Fascismo per la trasformazione del movimento in Partito e per la chiarificazione del problema sindacale. Nella seduta del 9 novembre - essendo accaduti in Roma alcuni primi incidenti provocati dai sovversivi allo scopo di coonestare uno sciopero generale - Mussolini esortò i congressisti a difendersi ma a non attaccare. Di fronte ad alcune proteste sorte nell'assemblea aveva replicato: «Non accetto da alcuno lezioni di coraggio». Questo atteggiamento fermo e sereno non valse tuttavia ad evitare - come vedremo nello scritto seguente - la provocazione sovversiva.
      Ma intanto il Duce lasciava da parte questo tema spiacevole per elevarsi com'Egli diceva «a più spirabili aure».

      Eleviamoci a più spirabili aure e parliamo del nostro programma sul quale sono disposto a battermi senza quartiere. Devo anzitutto dichiarare che nel complesso sono ammirato per lo spettacolo di disciplina e dignità che il Congresso ha dato fino ad ora. Per fissare la attività politica del Fascismo è necessario esaminare partiti e organizzazioni economiche italiane. Cominciamo dall'estrema sinistra dove troviamo gli anarchici con a capo Malatesta — santo e profeta — che è un fenomeno di coerenza che si può ammirare. Occorre stabilire che al Congresso anarchico di Ancona l'altro giorno è stato condannato il bolscevismo russo. Il comunismo attuale giudicandolo da quello di Torino è paragonabile alla corrente letteraria che aveva per esponente la rivista Lacerba. Noi per la Nazione accettiamo la dittatura e lo stato d'assedio; anche i comunisti chiedono la dittatura per uno scopo classista. Anche nel comunismo c'è una ala destra ed un'ala sinistra. Il Partito socialista si basa sull'equivoco e ci nausea sia che si tratti di Turati che fa il formicone in un partito in cui non crede più sia che si tratti di Serrati. Se il pus non avesse dietro di sé la Confederazione del lavoro avrebbe un'importanza limitata. I repubblicani partito secolare che ha dato all'Italia Mazzini e Garibaldi che ha dato alla guerra il fiore dei suoi martiri sono anch'essi travagliati da una crisi. Il Fascismo potrà integrare le teorie mazziniane ma non potrà dimenticarle. Noi non abbiamo bisogno di andare a cercare i profeti in Russia o in altri paesi quando abbiamo dei profeti che hanno detto un verbo nazionale che è il prodotto dello spirito e della civiltà italiana. Nel mezzo troviamo un caos di partiti democrazia liberale e democrazia sociale. Che cosa vogliono dire? E chi non è democratico al giorno d'oggi? Chi pensa di strappare al popolo tutto il mucchio di concessioni graziose — suffragio universale rappresentanza proporzionale ecc. — che ha avuto e di cui s'infischia? Sopra undici milioni di elettori sei soli vanno a votare e spesso per ragioni alcooliche e pecuniarie. I partiti democratici sono un'accolta di capitani senza soldati che soltanto nelle date fatidiche in mesto e ben ordinato corteo fanno della coreografia ufficiale.

(segue...)