(segue) Il primo discorso alla Camera
(21 giugno 1921)
[Inizio scritto]

      E allora o socialisti se voi convenite e ammettete e confessate che su questo terreno noi vi batteremo (Rumori all'estrema sinistra) ... allora dovete concludere che avete sbagliato strada. (Interruzioni all'estrema sinistra).
      La violenza non è per noi un sistema non è un estetismo e meno ancora uno sport è una dura necessità alla quale ci siamo sottoposti. (Commenti). E aggiungo anche che siamo disposti a disarmare se voi disarmate a vostra volta soprattutto gli spiriti.
      Nell'Avanti! del 18 giugno edizione milanese è detto: «Noi non predichiamo la vendetta come fanno i nostri avversari. Pensiamo alla ascesa maestosa dei popoli e delle classi con opera pacifica e feconda pur nelle inevitabili anzi necessarie lotte civili. Se questo è il vostro punto di vista o signori sta a voi illuminare gl'incoscienti e disarmare i criminali. Noi abbiamo già detto la nostra parola abbiamo già compiuto la nostra opera».
      Ora io ribatto che anche voi dovete illuminare gli incoscienti che ritengono che noi siamo degli scherani del capitalismo degli agenti del Governo; dovete disarmare anche i criminali perché abbiamo nel nostro martirologio 176 morti. Se voi farete questo allora sarà possibile segnare la parola fine al triste capitolo della guerra civile in Italia.
      Non dovete pensare che in noi non vibrino sentimenti di umanità profonda. Noi possiamo dire come Terenzio: siamo umani e niente di quanto è umano ci è straniero.
      Ma il disarmo non può essere che reciproco. Se sarà reciproco si avvererà quella condizione di cose che noi ardentemente auspichiamo perché andando avanti di questo passo la Nazione corre serio pericolo di precipitare nell'abisso. (Commenti).
      Siamo in un periodo decisivo; lealtà per lealtà prima di deporre le nostre armi disarmate i vostri spiriti.

(segue...)