Bissolati
(7 maggio 1920)


      Leonida Bissolati era stato una delle figure emergenti - per la vasta cultura e lo spirito ardente d'idealità - del socialismo italiano. Dopo essere stato uno dei fondatori del partito aveva seguito quella tendenza riformista non ostile alle transazioni con la politica parlamentare dei vecchi Ministeri contro la quale lo spirito intransigente di Benito Mussolini si era energicamente ribellato. Per questo l'On. Bissolati era stato espulso nel 1912 dal partito socialista italiano su proposta di Benito Mussolini che anche nelle file del socialismo seguiva una linea nettamente intransigente e rivoluzionaria. Ma nel 1914 l'interventismo aveva fatto ritrovare i due avversari del 1912 in un comune campo ideale e li aveva riaccostati. L'On. Bissolati fu combattente e Ministro durante la Guerra e aveva operato intensamente per la resistenza e la Vittoria. Nel dopoguerra aveva aderito alle ideologie wilsoniane ponendosi in nuovo dissenso con il Duce. Alla sua morte Benito Mussolini lo commemorava con il seguente articolo apparso sul i Popolo d'Italia» del 7 maggio 1920:

      Parliamo di lui morto con sincerità schietta come s'egli ci ascoltasse. Sentiamo che offenderemmo la sua memoria se ci attardassimo nel necrologio convenzionale. Lasciamo volentieri ai socialisti ufficiali il triste privilegio di queste ipocrisie. Noi non aspettiamo la Morte per disarmare le nostre ire; ci rimettiamo per questo alla Vita che allontana e riavvicina gli uomini di buona fede. Il socialismo o piuttosto una diversa concezione del divenire socialista pareva avesse scavato un abisso incolmabile fra Leonida Bissolati e noi. Al Congresso di Reggio Emilia nel 1912 l'uomo che aveva insieme con Filippo Turati e Camillo Prampolini gettato le fondamenta del partito socialista italiano venne espulso su mia proposta a grande maggioranza. Due anni dopo il fatto nuovo tremendo e ineluttabile della guerra ci riavvicinava e ci confondeva nella causa dell'intervento.

(segue...)