(segue) Speculazioni e responsabilità
(25 novembre 1919)
[Inizio scritto]

      (Censurate ventidue righe)
      come si osa parlare di imprese deplorevoli e di «delinquenza»; come si fa a lanciare l'appello al paese sapendo che i socialisti si affretteranno a raccoglierlo per la loro eterna ignobile speculazione politica? I pussisti si «agitano» sempre. Ora che la faccenda del blocco non marcia più perché non è stato più possibile e decente varare la storia di una Russia «bloccata» dall'Intesa semplicemente perché l'Intesa ha più fame ed è in un certo senso più bloccata della Russia i social-pussisti ritornano ad «agitare» le masse contro gli inesistenti pericoli di nuove guerre; contro i fantasmi assurdi di dittature militari; contro le ipotesi fantastiche di «colpi di Stato all'interno». E il Governo di Nitti favorisce questa indegna speculazione. Sul Governo di Nitti ricade la tremenda responsabilità di aver creato mantenuto acutizzato una situazione rivoluzionaria; di aver provocato una duplice opposizione: la nostra e in parte quella socialista. Accade che sul bersaglio delle istituzioni siamo in due a tirare oggi: noi in nome della Nazione e del popolo i cui ideali e i cui interessi sono stati vilipesi e trascurati e i socialisti in nome della classe proletaria.
      Sin da parecchi mesi fa noi dicemmo che la crisi italiana si sarebbe avviata alla soluzione in Fiume o da Fiume. A poco a poco la previsione si avvera.
      Noi insorgiamo contro la speculazione dei socialisti ufficiali e contro la loro ignobile diffamazione dei legionari fiumani — in grandissima maggioranza meravigliosi figli del popolo! — ma se i socialisti ufficiali si abbattessero domani — il che ci appare assai improbabile — sul Governo di Nitti sia ben chiaro e preciso sin da questo momento che noi non muoveremo un dito per difendere il Governo e le istituzioni poiché questi uomini e queste istituzioni che in tredici mesi non sono riusciti che ad infangare la vittoria senza darci uno straccio di pace ci fanno profondamente schifo e ci sospingono alla rivolta.

(segue...)