Posizione e obbiettivi
(28 marzo 1919)


      I Fasci fondati il 23 marzo 1919 avevano iniziato subito la loro battaglia richiamando intorno a loro la parte migliore e più generosa di quelle forze politiche che fra il 1914 e il 1915 avevano voluto la Guerra. Il Duce cinque giorni dopo la fondazione il 28 marzo 1919 pubblicava sul «Popolo d'Italia» questo articolo in cui sono esposte le prime basi essenziali del nuovo movimento. Gioverà ricordare che in questo e in altri scritti il partito socialista è chiamato pussista per dispregio dalla parola formata dalle iniziali P. U. S. (partito ufficiale socialista).

      Vi sono alcune semplici verità di fatto che bisogna ripetere allo scopo di evitare equivoci e di precisare le posizioni dalle quali il nostro movimento parte. Se qualche malvagio o qualche imbecille tenta il trucco di dipingerci per quel che non siamo e non vogliamo essere la nostra smentita lo coglie in anticipo e in pieno. Queste dichiarazioni all'indomani della nostra prima adunata magnificamente riuscita a testimonianza di tutti i giornali eccettuati quelli rinunciatari milanesi sono opportune e necessarie. Qualche amico nostro si è lagnato discretamente che l'adunata non abbia affrontato problemi urgenti ma non ci è stato difficile convincerlo che dato il carattere dell'assemblea era quasi assurdo sviscerare o anche semplicemente «delibare» tutti i problemi grandi e piccoli che inquietano la coscienza nazionale. Precisiamo a paragrafi.
      1. — Bisogna mettersi in mente credere e far credere che l'unico partito che oggi sia «reazionario» in Italia è il partito socialista ufficiale. Reazionario perché durante la guerra si è alleato — moralmente — e forse anche materialmente con le forze della reazione europea. La catena logica è questa: se il partito socialista ufficiale fosse riuscito coi movimenti insurrezionisti inscenati alla vigilia della mobilitazione a Torino e per fortuna soffocati a imporre un prolungamento della neutralità gli imperi centrali — vedi dichiarazione Ludendorff — avrebbero vinto la guerra. Se gli imperi centrali avessero vinto la guerra gli Hohenzollern i Romanoff gli Absburgo sarebbero ancora rispettivamente sui loro troni consolidati a Berlino Pietrogrado Vienna e di repubbliche in Europa si sarebbe salvata forse quella di Andorra o quella di San Marino.

(segue...)