La guerra è finita!
(5 novembre 1918)


      Dal «Popolo d'Italia» del 5 novembre 1918.

      Stormo di campane clangore di fanfare sventolar di bandiere cori di popolo: ecco ciò che è adeguato agli eventi ineffabili di questi giorni.
      Ieri nelle città nei borghi nelle campagne d'Italia bronzi sacri trombe guerriere voci umane delle moltitudini hanno levato altissimo nei cieli l'inno della vittoria. Le altre date famose della nostra Storia plurimillenaria impallidiscono a confronto dell'ultima decade dell'ottobre 1918. «La guerra è vinta» dice Diaz. Si può aggiungere: «La guerra è finita».
      La guerra è finita perché abbiamo vinto. Né poteva accadere altrimenti malgrado la miserevole propaganda di coloro sui quali non vogliamo incrudelire in questa ora ma contro i quali ci teniamo prontissimi. In uno stile lapidario solenne tacitiano il nostro Generalissimo ritraccia la storia di questi 41 mesi di guerra.
      Quarantun mesi! Contro noi stava in campo uno «dei più potenti eserciti del mondo». Costituiva la corazza ferrea dell'impero danubiano. L'abbiamo infranta. La superba armatura è in polvere. Tutto è saltato. Intorno non ci sono che macerie e rovine. Il martello italiano ha picchiato sodo per 41 mesi! L'incudine è in pezzi. Le parole di Diaz sono l'epigrafe. Stanno sulla pietra tombale del cadavere austriaco. Questo cadavere non ammorberà più l'atmosfera. I liberi popoli stanno purificandola. È la vita la più grande vita che sorge dalla morte! Così come noi avevamo sognato sperato creduto sempre.
      Non mai come in questo momento abbiamo sentito in tutte le nostre fibre l'orgoglio intimo di essere e di sentirci Italiani.

(segue...)