Corridoni
(29 ottobre 1917)


      Due anni dopo la morte del giovane sindacalista interventista Filippo Corridoni (1887-1915) caduto alla Trincea delle Frasche il 29 ottobre 1915 Benito Mussolini evocava la figura dello Scomparso in questo articolo pubblicato sul «Popolo d'Italia» del 29 ottobre 1917.

      Leviamoci per un momento dalle bassure della vita politica parlamentare; dimentichiamo per un momento Montecitorio e i suoi ciarlatori molesti; allontaniamoci altrove col nostro pensiero che non dimentica; portiamo altrove il nostro cuore le nostre angoscie segrete le nostre speranze superbe e inchiniamoci sulla pietra che nella desolazione dell'altipiano di Trieste segna il luogo dove Filippo Corridoni cadde in un tumulto e in una invocazione di vittoria.
      Sembra lontano quel giorno poiché le distanze cronologiche non hanno più il senso di questa vicenda tragica ma non sono in realtà secondo la vecchia misura che passati due anni.
      Due anni dalle giornate di maggio che videro nelle strade di Milano le moltitudini immense acclamare alla necessità del sacrificio più grande; due anni dalla sera della partenza dei volontari milanesi. E c'era nell'addio di Corridoni quasi il presagio certo dell'imminente destino: due anni oggi dalla giornata di combattimento che prende il nome della «Trincea delle Frasche» e nella quale Corridoni chiuse nel sangue la sua vita di passione.
      Ciò che v'è di eccezionale di meraviglioso nell'interventismo italiano è il suo carattere popolare. Movimento di folle anonime non di partiti organizzati.
      E l'eresia che per un miracolo nuovo afferra le masse meno ortodosse del neutralismo conservatore sovversivo viene schiantata d'assalto.
      Nel maggio del 1915 il popolo si riconcilia con la Patria e comprende per una intuizione sicura il valore grande di quel tesoro che aveva misconosciuto e disprezzato.

(segue...)