(segue) Decidersi
(17 ottobre 1917)
[Inizio scritto]

      Dall'episodio di Torino c'è stato veramente e sostanzialmente un mutamento di indirizzo nella nostra politica interna? Per alcuni riguardi bisogna rispondere affermativamente; ma i provvedimenti sono stati troppo sporadici e tardivi perché si possa credere senz'altro ad un cambiamento decisivo dei metodi della nostra politica interna. I neutralisti si trovano per ragioni diverse dinanzi allo stesso punto interrogativo. Ecco perché le prossime dichiarazioni dell'on. Orlando sono attese vivamente Posta come obiettivo supremo di tutte le energie nazionali la vittoria il quesito subordinato è il seguente: — «Quale è la politica interna che più rapidamente ci conduce alla vittoria?».
      Sia detto ancora una volta che noi non chiediamo la reazione nel senso poliziesco della parola: una politica di leggi eccezionali applicata ad un popolo che è nel suo complesso deciso a resistere e a sopportare senza ribellioni inutili i dolori ed i disagi della guerra sarebbe un assurdo pericoloso. Una politica di oppressione e di persecuzione contro gli organismi politici o religiosi dissidenti ma che si guardano bene dal giovarsi del loro dissidio per giustificare il sabotaggio della guerra sarebbe un errore. Chi ha mai chiesto per esempio che i comuni amministrati dai socialisti i quali facciano soltanto dell'amministrazione locale e non della politica nazionale o... mondiale siano sciolti? Ma se accade come a Monza che il consiglio comunale diventi una assemblea della sezione socialista ed esorbiti dal suo mandato amministrativo per abbandonarsi a manifestazioni di indole prettamente politica non si può non si deve esitare a prendere il provvedimento di scioglimento.
      Colpire adunque caso per caso i fatti e non le idee. In linea di principio ognuno può tentare quello che vuole ma non può agire come vuole. Né in tempo di pace né tanto meno in tempo di guerra. Il soldato può avere le sue idee ma deve marciare. Dal momento che il sabotaggio della guerra si esprime necessariamente attraverso fatti concreti e specifici che vanno dalla propalazione di notizie allarmistiche ai tentativi di rivolta è necessario che lo stato prevenga quando è possibile e reprima quando è necessario. Ma il compito del governo non si esaurisce qui.

(segue...)