(segue) L'attimo che fugge...
(30 agosto 1917)
[Inizio scritto]

      L'incubo è scomparso dagli animi. Il soldato che vedeva trincee trincee senza fine e — costretto a limitare per mesi e mesi il suo orizzonte materiale e spirituale a un «ricovero» fangoso — finiva per rassegnarsi a un fatalismo inerte oggi si rinfranca allo spettacolo del movimento e della libertà come il recluso che spezza le sbarre del carcere.
      Siamo usciti anche noi da questo carcere. Un amico che si trova al fronte dal principio della guerra pi scrive: «Qui comincia adesso l'entusiasmo». Stoccolma papa leninismo stanchezza fisica tutto finito disperso dalla vittoria. Dopo ventotto mesi di guerra si ripresenta un'occasione unica per riplasmare esaltare quel magnifico materiale umano che forma il nostro popolo in armi. Afferrate quest'attimo di entusiasmo di ebbrezza di oblio. Tesoreggiatelo. Fatene conto. Prolungatene sino al possibile le vibrazioni.
      Il generalissimo oltre ai comunicati ci ha dato ima grande parola. «A coloro che si attardano a lamentare il sacrificio delle vite dei miliardi o delle comodità personali ripetete che qui prima ancora di Trento e Trieste si redime tutta l'Italia... Certo ogni italiano non disposto a rinnegare le proprie origini sua madre il suo titolo di cittadinanza nel mondo non può essere insensibile dinanzi a questa gagliarda espressione delle rinnovate energie del suo paese.»
      Monito altissimo. La nazione malgrado i sacrifici inevitabili e le faziose agitazioni di una minoranza è oggi orgogliosa di sé stessa. C'è uno stato d'animo uguale per certi rapporti a quello del maggio 1915. La nazione vuole. La nazione cammina. La vittoria della Bainsizza soprattutto per la sua significazione che noi abbiamo illustrato rialza insieme con quello dei combattenti il morale del paese.
      Siamo alle porte dell'inverno del terzo inverno di guerra. Siamo alla vigilia di altri sforzi. La vittoria chiederà altro sangue altro danaro. Ma la speranza della vittoria che nelle coscienze deboli vacillava oggi è certezza. La guerra non ha più l'aspetto della cronicità. Non è una crisi che finisce per estenuazione. Il processo può essere abbreviato dalla catastrofe. La vittoria della Bainsizza ha determinato un nuovo stato d'animo.

(segue...)