(segue) Megalomania jugoslava
(10 luglio 1917)
[Inizio scritto]

      Più oltre l'autore dell'opuscolo pone il quesito: il litorale adriatico appartiene veramente agli italiani? S'indovina la risposta. «La regione occidentale — traduciamo fedelmente dal testo inglese — Gorizia è formata da due distretti i quali sono economicamente geograficamente e nazionalmente distinti l'uno dall'altro ed è la cosa più facile del mondo tirare fra di essi una linea di confine. La pianura appartiene agli italiani; le montagne la valle del Vipacco e il Carso «agli sloveni». E Gorizia? Per i jugoslavi non esistono dubbi. Gorizia secondo loro è slovena. Sin dalle origini la popolazione urbana italiana esiste e i jugoslavi non osano negarlo. Ma si tratta — dicono — di gente immigrata da poco.
      Vediamo Trieste. I jugoslavi vi hanno già posto la loro ipoteca. Per fortuna si tratta di una ipoteca puramente illusoria. L'ipoteca reale sulla città di Oberdan l'hanno posta — e solenne e incancellabile — gli eserciti italiani che hanno dato la scalata alle rocce sassose del Carso. Dopo un accenno fugace alla rivalità fra Trieste e Venezia l'autore dice testualmente che «Trieste è stata sempre antitaliana sapendo che senza il suo retroterra cadrebbe presto al livello di un semplice villaggio di pescatori. Per coloro che hanno fondato la ricchezza e la prosperità di Trieste è un assioma che la separazione di Trieste dal suo retroterra equivarrebbe alla rovina economica della città». È chiaro. Ma l'autore insiste ancora: «L'unione del litorale illirico coll'Italia sarebbe un terribile colpo agli slavi del sud e una inaudita negazione del principio di nazionalità. Per gli sloveni l'incorporazione di Trieste all'Italia sarebbe un colpo mortale...»
      Tuttavia l'opuscolo non contiene una dichiarazione categorica che Trieste sia slovena come... Gorizia. Gira la posizione affermando che l'Istria e il litorale illirico sono sloveni; è chiaro che anche Trieste dovrebbe diventare la Trst degli slavi. Voi non trovate in tutto l'opuscolo nemmeno un accenno alle basi di quella possibile intesa fra italiani e sloveni che l'autore ritiene possibile. Nulla. I jugoslavi reclamano tutto. L'Italia non ha diritti. I duecentomila italiani di Trieste sono dunque anch'essi «immigrati» di data recente? L'autore non si pone questa domanda per non avere l'imbarazzo della risposta. O non è vero piuttosto storicamente vero che gli elementi sloveni del goriziano e dell'Istria rappresentano un elemento d'immigrazione recente e artificiosa? Sulla falsariga di una citazione di un libro di André Cherardame — pubblicato nel 1901 — l'opuscolo jugoslavo cerca di far credere che l'Austria ha risparmiato protetto l'elemento italiano... Quest'affermazione è così grottescamente falsa che basta enunciarla per qualificarla come una ignobile menzogna. Dalla continua e perfida repressione di ogni movimento d'italianità alle forche di Rismondo e di Sauro la cronaca recente della politica imperiale absburgica è stata sempre diretta a sabotare e sopprimere la stirpe e la lingua italiana... E se gli sloveni hanno subito allo scoppio della guerra persecuzioni dall'Austria esse sono infinitamente minori di quelle inflitte all'elemento italiano.

(segue...)