(segue) Vittoria
(17 maggio 1915)
[Inizio scritto]

      Le masse operaie hanno anch'esse capito che l'intervento è ormai una necessità e più che una necessità un dovere! Restano soli a macerarsi nella loro clamorosa e documentata impotenza i socialisti ufficiali.
      Eppure la denuncia della Triplice Alleanza è un avvenimento che dovrebbe scuoterli e rallegrarli. Ma ormai essi sono legati mani e piedi in un vincolo di solidarietà abbominevole con gli assassini di Germania e d'Austria: sono quindi stranieri all'Italia e al proletariato italiano. Dopo 33 anni l'Italia conquista la sua autonomia. Un'alleanza che non fu mai e non poteva esser popolare è stata denunciata. L'Italia si volge ad occidente ed entra nella Triplice Intesa. Ci siamo liberati dalla pesante tutela tedesca dalla ripugnante compagnia degli austriaci. Torniamo noi stessi. Anche qui la sana e dritta diplomazia del popolo ha vinto! Combatteremo a fianco dei francesi dei belgi dei serbi degli inglesi dei russi: salderemo col nostro intervento il cerchio di ferro e di fuoco intorno agli imperi responsabili della conflagrazione europea; abbrevieremo la durata della guerra vinceremo.
      Vinceremo perché il popolo vuol vincere questa «sua» guerra. L'entusiasmo di questi giorni è un ottimo auspicio è una garanzia di vittoria. L'Italia si ritrova oggi nella sua calma fiduciosa e vigilante. Pronta all'evento grandioso di domani. Ci siamo riscattati all'interno ci riscatteremo fra poco oltre i confini! Abbiamo sgominati i nemici di dentro sbaraglieremo quelli di fuori.
      Baionette italiane: al vostro acciaio è affidato col destino d'Italia quello dei popoli d'Europa!