(segue) Italia, Serbia e Dalmazia
(6 aprile 1915)
[Inizio scritto]

      Le polemiche sulla questione della Dalmazia non sono «accademiche» come si va dicendo. Appassionano troppo. Né sono premature. Il regime di neutralità ci serva — almeno — per discutere e valutare i problemi che la guerra dovrà risolvere. Circa il possesso della Dalmazia due tesi sono in aperto contrasto: la tesi russa o meglio panslavista che vorrebbe assegnare tutta la costa dalmata alla grande Serbia di domani e la tesi dei nazionalisti italiani che reclamano per l'Italia il dominio di tutta la costa dalmata. Noi non siamo né cogli uni né cogli altri. Che la Serbia abbia diritto di accesso al mare nessuno vorrà contestare. La Serbia anela al mare. Non per nulla i cavalieri serbi spinsero al galoppo i cavalli nell'Adria quando vi giunsero dopo una settimana di marce forzate.
      Negare il mare alla Serbia sarebbe un atto di prepotenza un atto assolutamente impolitico che avrebbe conseguenze dannosissime per l'Italia. Liquidato un nemico l'Austria-Ungheria ce ne creeremmo immediatamente un altro. Quando si afferma che la Serbia ha diritto al mare s'intende dire che la Serbia deve avere una porzione di litorale marittimo sufficiente ai bisogni della sua economia presente e futura. Le ragioni che i nazionalisti italiani adducono per bandire la Serbia dall'Adriatico dalmata non ci convincono. Le ragioni d'indole militare sono fantastiche. Passerà molto tempo prima che la Serbia — stremata da tre guerre — possa permettersi il lusso di una marina militare di qualche efficienza.
      D'altra parte in un eventuale trattato di intesa italo-serbo potrebbe essere sancito l'obbligo per la Serbia di non crearsi una marina militare. Naturalmente una imposizione del genere che convertirebbe l'Adriatico in un «lago militare» esclusivamente italiano dovrebbe venir compensata in modo adeguato. Comunque l'affacciarsi — più o meno largamente — della Serbia sull'Adriatico non può suscitare preoccupazioni di indole militare. Resta allora la questione dell'italianità. Ecco un tasto delicato e... controverso. Si citano autori si consultano le storie di Roma e di Venezia si citano anche i geologi per attestare o meno l'italianità della Dalmazia. Qui bisogna procedere con discrezione e misura tenendoci lontani dalle pericolose infatuazioni imperialistiche. La «fame di chilometri quadrati» ci ha già dato delle ingrate sorprese. Approfittiamo della dura esperienza del passato per non ricadere in tentazione e in errore.

(segue...)