(segue) In ogni caso
(21 marzo 1915)
[Inizio scritto]

      A proposito di queste condizioni si possono formulare alcune ipotesi. Se domani l'Austria-Ungheria si acconciasse al maximum delle sue rinuncie è assai probabile che non si contenterebbe più di un atteggiamento di neutralità sia pure benevola da parte dell'Italia. È ammissibile che l'Italia possa oggi — dopo sette mesi di neutralità — marciare a fianco degli imperi centrali anche se questi le concedano l'appagamento delle sue rivendicazioni nazionali nessuna esclusa?
      No non è ammissibile. Lo spirito pubblico è oramai nettamente orientato in senso ostile agli imperi centrali e un governo che volesse ignorare o spregiare questo stato d'animo della grandissima maggioranza degli italiani sarebbe inesorabilmente travolto. È chiaro dunque che il nostro corrispettivo al «tutto» eventualmente concessoci dall'Austria-Ungheria non potrebbe essere che il mantenimento della neutralità sino alla fine della guerra. Niente di più. Ma può l'Austria-Ungheria rinunciare non diciamo a tutti ma soltanto a una certa parte dei suoi domini allo scopo di ottenere dall'Italia il mantenimento puro e semplice della neutralità? È ridicolo il pensarlo. Ma supponiamo sempre per amore di ipotesi che l'Austria-Ungheria si rassegni a ciò: a cedere cioè tutti i territori popolati da italiani dietro la promessa da parte dell'Italia di serbarsi neutrale. Supponiamo inoltre che non sorgano incagli per le ingegnose complicazioni già escogitate a Vienna: supponiamo — insomma — che la cessione e l'occupazione da parte degli italiani avvengano contemporaneamente senza attendere la fine della guerra. Le truppe italiane occupano dunque il Trentino l'Istria Fiume Pola. Ma non è il colmo degli assurdi pensare ad esempio che l'Austria possa concederci il dominio di Pola dove è raccolta la sua esigua ma modernissima flotta? Ma non è superlativamente grottesco supporre — anche per un solo momento — che l'Austria-Ungheria si faccia «soffiare» via la sua flotta sol perché a Vienna si è firmato un compromesso qualunque fra l'Italia e l'Austria? È così palese questa impossibilità che i fogli del neutralismo conservatore si sono affrettati a dichiarare che nessuno in Italia pensa a bandire totalmente dal mare Adriatico l'Austria. L'Austria non rinuncierà a Trieste per ragioni economiche e di prestigio ma giammai l'Austria rinuncierà a Pola. I neutralisti conservatori vorrebbero dunque lasciare Pola all'Austria col bel risultato di vedere compromessa e minacciata la nostra necessaria egemonia adriatica.

(segue...)