Benito Mussolini
Diario di guerra (1915-1917)


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     Alle undici ci raduniamo per partire. Siamo accompagnati dal sottotenente Menini, lombardo. Addio Paluzza! Attraversiamo il But e tocchiamo Cercivento. Segue Ravascletto, dove troviamo la neve. Siamo a 947 metri. Vecchi e donne sono nelle strade a godersi il sole e il riposo domenicale. Un particolare significativo che denota il patriottismo di queste popolazioni. A Ravascletto — paese di poche centinaia di anime — sono state sottoscritte ben 25 mila lire per il terzo prestito nazionale. Sosta per il rancio che confezioniamo in casa di un contadino che ci offre le marmitte. In marcia! Ora la strada discende. Il panorama che si offre allo sguardo è sempre incantevole. Carnia pittoresca e ospitale! Breve tappa a Paularo: un villaggio. Entriamo in una casa — che ha una certa grazia di villetta signorile — per bere un sorso d'acqua. Ci viene offerta, con gentilezza, dalle donne di casa. Tre ragazze: Mina, Antonietta, Maddalena. Noto un grande ritratto di Benedetto Cairoli e uno piccolo di Gabriele D'Annunzio. Donne italianissime. Cantiamo insieme l'inno di Oberdan. Saluti e auguri.
     Ecco Comeglians, da dove comincia la valle del Degano. Tappa serale a Rigolato, pieno di alpini del 3°.
     Sono giovani del '96 provenienti da Torino. Le osterie sono affollate di soldati. Nelle strade non ci sono fanali. Buio pesto. Ma da un accantonamento, non lungi dalla strada principale, si leva un coro:

     Al 27 maggio
     Al tramonto del sol,
     Affondavasi una barca
     Nel Lago Maggior.
     ...
     Bella che dormi
     Sul letto dei fior
     Svegliati e poi ricevi
     Un bacio d'amor...


     Il coro lento a tre voci si diffonde con una certa solennità nella notte stellata.