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Serie A 1979-1980



Andamento del campionato

    Già dopo il fischio finale della prima giornata la graduatoria era guidata dalla sola Inter. Ripresi nel turno successivo da un enorme gruppo di inseguitrici, i nerazzurri riemersero subito prendendo il comando della classifica il 7 ottobre 1979, dopo aver sconfitto in rimonta il Bologna.
    Di lì in poi i meneghini rimarranno saldamente in testa, venendo inizialmente tallonati dal Milan e dalle due torinesi; nelle posizioni immediatamente più basse si registrarono gli incostanti avvii di Roma e Perugia — con gli umbri che il 28 ottobre vennero sconfitti in casa dal Torino, ponendo fine a un periodo d'imbattibilità che perdurava da oltre un anno. In quella stessa data era inoltre in programma il derby di Roma, macchiato dalla morte di Vincenzo Paparelli, tifoso laziale colpito da un razzo scagliato dalla curva opposta, evento che accrebbe ulteriormente la tensione sugli spalti da parte delle tifoserie nel corso del torneo.
    Nella seconda metà del girone di andata la Juventus accusò una frenata che la portò presto sull'orlo della zona retrocessione, e che lasciò via libera al Milan giunto al giro di boa a –2 dalla vetta. Tuttavia i rossoneri iniziarono male il girone di ritorno, sicché l'Inter allungò: dopo aver prevalso nella stracittadina del 2 marzo 1980, i nerazzurri arrivarono a un rassicurante vantaggio di +8 su un gruppo che includeva anche l'Avellino.
    Dopo due settimane, al termine della ventiquattresima giornata, scoppiò il caos: vennero arrestati 12 tra tesserati e dirigenti di squadre della Serie A, tra cui i laziali Manfredonia e Giordano, il portiere milanista Albertosi e il presidente rossonero Colombo, ed emessi dei mandati di comparizione verso altri giocatori, tra cui il perugino Rossi e il napoletano Savoldi. L'Italia scoprì un vasto giro di scommesse clandestine legato al mondo del calcio, denunciato da due commercianti romani e ribattezzato Totonero: il processo sportivo che ne seguì si concentrò in particolare su Milan e Lazio che, al termine del campionato, furono retrocesse d'ufficio in Serie B.
    Nel frattempo, sul versante del calcio giocato, in campionato l'Inter proseguì senza intoppi nella sua marcia di vertice, e pareggiando con la Roma a San Siro il 27 aprile risultò matematicamente campione d'Italia con due gare di anticipo, davanti a una Juventus in netta ripresa e che, da par suo, issò Bettega a capocannoniere del torneo.
    Le sentenze del Totonero modificarono alcuni dei verdetti del campo: la condanna del Milan ebbe come effetto il ripescaggio del Torino in zona UEFA, coi granata ad avere la meglio per solo 1 punto della rivelazione Ascoli, al suo miglior piazzamento della storia col quarto posto finale, nonché del Catanzaro in zona retrocessione; il declassamento della Lazio permise invece il ripescaggio dell'Udinese, sul campo retrocessa con due giornate di anticipo insieme ai calabresi, mentre non ci fu nulla da fare per il Pescara, inchiodato sul fondo sin dalla prima giornata.