Se mi salvo la vita è un caso .
Diario di Guerra di Antonio Adamoli (1916-1918)

a cura di Federico Adamoli


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“Quando lo Stato si prepara ad assassinare, si fa chiamare patria”

Friedrich Dürrenmatt

Postfazione

      Ci si è riferito in premessa alla “guerra disonorevole” per alludere a quegli episodi che hanno gettato discredito sull'esercito italiano, a causa della condotta scriteriata di quegli uomini – alti ufficiali, generali, tribunali di guerra – che con azioni scellerate e provvedimenti bestiali accrebbero il contributo di sangue versato dai milioni di soldati italiani.
      E' anche il capitolo doloroso e controverso delle fucilazioni comminate alle truppe dell'esercito italiano. Secondo le fonti ministeriali durante la prima guerra mondiale ne risulterebbero essere state inflitte 1006, (1) ma è probabile che esse siano state molte di più.
      D'altro canto è acclarato che tra le file dell'esercito nel corso dello svolgimento del conflitto il desiderio di ribellione rappresentò un fenomeno di una certa importanza, soprattutto nel corso del 1917.

(1) Di queste fucilazioni 141 furono inflitte in maniera sommaria. Il dato è tratto dal volume Guerra alpina sull'Adamello, di Vittorio Martinelli, Edizioni D. & C. Piovinelli, Pinzolo, 1998.